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9 novembre 2009 1 09 /11 /novembre /2009 15:12
Soltanto ora vecchi "amici" politici del cavaliere scoprono il suo potere mediatico? Vedi Fini e Tabacci...



Non per i posteri, ma proprio per noi (appunto, a presente memoria), sono utili tre interviste di politici, rilasciate ieri.

Gianfranco Fini, ospite di "Che tempo che fa", ha detto: "Berlusconi sa per certo che Feltri quando spara a palle incatenate nel campo amico danneggia il premier stesso in primo luogo. Il fatto è che lui [Berlusconi] è l'editore e questo è quello che non mi quadra".

La curiosità che nasce dalle parole del presidente della Camera, si può condensare in un interrogativo: ma Fini ha mai detto queste cose direttamente al cavaliere?

Bruno Tabacci al "CorSera" odierno ricorda "le tv di Berlusconi" all'epoca di "mani pulite", con "Emilio Fede che promuoveva il giovane Brosio a leader del marciapiede d'oro, in attesa davanti al Palazzo di Giustizia dell'ultimo avviso di garanzia".

E ricorda pure, Tabacci, "che il primo atto di Berlusconi in politica fu di offrire l'Interno a Di Pietro e la Giustizia a Davigo". E poi ancora, "le monetine dei comunisti, le manette dei fascisti, il cappio dei leghisti".

Ancora "CorSera" odierno. Ottaviano Del Turco, in relazione alla sua vicenda politica e giudiziaria, racconta di aver ricevuto la solidarietà dal Pdl ma non dal Pd.
Ed osserva: "Il Pd nasce dalla fusione di due grandi tradizioni, quella comunista e quella democristiana. E da quelle parti l'abitudine era di essere garantisti solo con i propri militanti. Io come si sa, sono solo un vecchio socialista...".

Del Turco parla di "tradizioni". Qui osammo varie volte parlare di "chiese", indispettendo vari amici locali del Pd che nell'incontrarci fingono di non riconoscerci. Pazienza.

Dovrebbero ragionare un po' come Romano Prodi: in passato noi e loro ce ne siamo dette tante, ma "adesso siamo uniti".
La frase di Prodi rivolta a Piero Fassino, suona come invito e monito: "Diglielo giù a Roma [...] che adesso siamo uniti".
Forse qualcuno non se ne è ancora accorto, che sono "uniti".

Giustamente ieri Barbara Spinelli nell'editoriale della "Stampa" notava che Massimo D'Alema come il cavaliere ha sempre disprezzato i giornali ("È un segno di civiltà non leggerli. Bisogna lasciarli in edicola"). Non si tratta di folclore culturale. Ma di assonanze politiche inquietanti.

[09.11.2009, anno IV, post n. 324 (1044), © by Antonio Montanari 2009. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Published by antonio montanari - dans Informazione