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10 février 2010 3 10 /02 /février /2010 16:12
Blog.09.02.2010

07022010oversegn.jpg

Il post di ieri, "Lavoro, terno al lotto" è stato segnalato oggi in home della "Stampa" con il titolo: "Brunetta 'gratta' l'art. 1".


Il testo del post si legge anche in questo blog.
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10 février 2010 3 10 /02 /février /2010 16:10
Le sante iene in Vaticano hanno vinto. Buttiglione: "Da destra attacco alla Chiesa". Inutile il comunicato di ieri

Blog_boffo_feltri


"Difende l'onorabilità di una persona ingiustamente accusata". Così il direttore della sala stampa vaticana ha spiegato il duro comunicato, pubblicato ieri dalla Segreteria di Stato sul caso di Dino Boffo, ex direttore di "Avvenire".

Per "difendere l'onorabilità" di Boffo, bastava poco, lasciarlo al suo posto, respingendone le dimissioni. Le "sante iene" hanno vinto la prima battaglia. Con un documento falso. Il resto è tutta aria fritta, cordoglio di circostanza a molti mesi dal "delitto" (tutto è iniziato il 28 agosto 2009...). Le "sante iene" hanno fatto cacciare Boffo da "Avvenire". Adesso mirano allo stesso risultato con Vian, direttore de "L'Osservatore Romano". Spara un colpo e fai fuori due prede.

La Segreteria di Stato ha cercato di confezionare un documento politico, contenente l'accusa di aver dato "luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice".
L'abilità diplomatica dell'ufficio, questa volta non è servita a nulla. Come ha detto il prof. Sabatucci alla "Stampa", stiamo ancora aspettando "una spiegazione convincente" sulla vicenda di cui Boffo è stato vittima.

Vittorio Messori, come abbiamo già riportato, ha chiesto ("Stampa", 5.2.) "che la Chiesa renda finalmente pubblici gli atti del processo di Terni in cui è stato condannato Dino Boffo".

Insolitamente poco diplomatico, ma in sostanza molto realista, il filosofo Rocco Buttiglione, uno che conosce i suoi "polli", accusa la "destra". Parla di una "strategia oscura" (il che significa in bocca a lui che gli è tutto chiaro). E precisa di "intravedere un attacco alla Chiesa da destra". Per disgregarla, la Chiesa, e "piegarla".
Piegarla a che cosa? Rocco accusa senza mezze parole: "Il fatto che tutto questo sia riconducibile a un quotidiano della famiglia del premier rientra tra i problemi del nostro Paese".

Il comunicato vaticano non è piaciuto a Giuliano Ferrara, che accusa la Chiesa di Roma di cercare "di silenziare ed esporre alla gogna l'informazione laica, libera e amica che denuncia il fattaccio e ne spiega le ragioni". Ferrara si riferisce a quel passo in cui si spiega che la "campagna diffamatoria" è stata caratterizzata sui media da "una consonanza davvero singolare".

Ieri Berlusconi, per crescere in fiducia presso la Santa Sede, si è esibito in un'azione poco accettabile moralmente e politicamente, dichiarando che la povera Eluana Englaro poteva essere salvata.

Rocco Buttiglione ha parlato a nuora perché la suocera (vaticana) intenda. Ruini ha pranzato con Berlusconi. La stella di Casini è al tramonto in mezzo mondo ecclesiastico? Allora bisogna rinfrescare la memoria, ai monsignori. Rocco e i suoi fratelli dell'Udc non possono non accusare la "destra" di cui erano parte, e il sistema dei media gestito dal cavaliere. Da cui è stato assunto Feltri, quello della battaglia contro Boffo.

Siamo alla metà del guado. Feltri ha vinto una battaglia, non è detto che per Berlusconi arrivi anche il trionfo finale della guerra avviata con l'attacco a Boffo. Ruini è ancora potente. La presa di posizione ufficiale di ieri fa intravedere uno scenario complesso ed inquieto. Rocco ha infatti detto "Chi ha usato questi metodi per tentare di violentare la Chiesa non si fermerà qui". Rocco il filosofo, come s'è detto, conosce bene i suoi polli. Il "bello" deve ancora cominciare.

[10.02.2010, anno V, post n. 46 (1137), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/COPYRIGHT]

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10 février 2010 3 10 /02 /février /2010 14:52
Il 20 agosto 2009, nel post "Fratello di papa" ricordavo Michele del Greco "fucilato proprio nella quieta abbazia del papa della Perdonanza, perché da vero cristiano aveva dato il pane ai prigionieri di guerra fuggiaschi", come aveva scritto Ezio Pellino su "Repubblica".

Oggi ricevo questa mail:

Sono Raffaella, la figlia di Michele Del Greco. In quel lontano 1943 avevo 17 anni; ora ho superato gli 83 anni, ma il dolore è sempre vivo nel mio cuore ed ora più che mai, dopo che il fratello del Papa è venuto a spargere il sale sulla ferita mai rimarginata.
Grazie per aver riportato sul tuo blog parte dell’articolo di Ezio Pelino.
Spero tu possa leggere questo mio “grazie” nonostante io non abbia un sito web. Un affettuoso saluto, Raffaella


Grazie a lei, signora Raffaella.


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Published by antonio montanari - dans Informazione
9 février 2010 2 09 /02 /février /2010 15:32
Gratta e vince il posto da commessa. Brunetta "gratta" l'art. 1 della Costituzione

Blog.09.02.2010



La notizia. Gratti la cartolina e vinci un posto da cassiera. Il tutto (in Lombardia) al supermercato. Basta fare la spesa. Ogni 30 euro di acquisti una cartolina. Poi ti affidi alla fortuna. Ai tg la chiamano con eleganza la dea bendata. I nostri vecchi usavano dire che la vita è un terno al lotto. Le parole servivano a smorzare gli entusiasmi in caso di successo. Assieme al proverbio un po' sadico: "Chi troppo in alto sal, assai sovente cade precipitevolissimevolmente". Oppure miravano a spronare: se ti è andata male adesso, ti andrà meglio la prossima volta. Ed i romagnoli incoraggiavano: "sl'è nota, us farà dè".

Oggi il lavoro in Italia è peggio di un terno al lotto. Don Aniello Tortora è parroco a Pomigliano d'Arco, che considera una città senza futuro se non si risolveranno i problemi dell'occupazione: "Chi non lavora da queste parti finisce alla mercé dei clan". Intanto, aggiunge a "l'Unità", "si diffonde l'usura, i commercianti pagano il pizzo, la criminalità allarga le sue braccia". Si guastano le famiglie. Padri restati senza lavoro "non hanno il coraggio di dirlo" in casa.

Allo stesso giornale don Luigi Ciotti spiega: "La crisi prima che economica, è politica, culturale ed etica. Crisi dei diritti". E poi: "La mafia è aiutata dai vuoti istituzionali e dalla crisi, cresce l'usura, i mafiosi approfittano dell'ignoranza, della povertà".

Un ministro della Repubblica italiana ha suggerito di cambiare l'articolo primo, comma primo della nostra Costituzione. Che recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". Via la storia del lavoro, dice. Sono molto limitato, non ne ho compreso il perché. Il ministro (si chiama Renato Brunetta) quando racconta i suoi pensieri, o se la ride o si altera assumendo la maschera dello sdegno più severo ed istituzionale.

Scusate la confidenza: mi sembra che qualcosa manchi alle messinscene televisive a cui il ministro partecipa di continuo. Forse non avendo nulla da fare per dovere governativo. Mi sembra che quando Brunetta ci fa dono dei suoi pensieri, manchino i tre regolamentari squilli di tromba ed una fascia tricolore del funzionario di Polizia che ordina la carica contro la folla tumultuante. Il guaio è che c'è solo Brunetta, e manca la folla.

Brunetta non sa (o non ricorda) che porre il lavoro alla base della Repubblica, significò eliminare il valore del privilegio di casta o di denaro, su cui si era retto lo Stato liberal-monarchico dal 1861.

[09.02.2010, anno V, post n. 45 (1136), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/COPYRIGHT]

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8 février 2010 1 08 /02 /février /2010 16:00
08.02_segnalato.jpgIl post di ieri, Dopo l'Ulivo, il Cipresso, è segnalato oggi in home dalla "Stampa".

Il testo del post si legge anche in questo blog.
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7 février 2010 7 07 /02 /février /2010 17:38
Di Pietro non si pente del passato, ma vuol cambiare, la signora D'Addario sì e non può cambiare

Dipietro07022010blog


Quale sarà il simbolo elettorale della Nuova Alleanza Pd-IdV? L'Ulivo è stato abbattuto. Resta il Cipresso. Quello di Bolgheri e del duplice filar. Quello che, toccandosi, Bersani and C. dovranno digerire per placare Di Pietro.

Non tornano i conti in casa Idv. Tutti motivi politici. L'ultimo: la comparsata da tv ghediniana, di un signore con la sua teoria delle finte ferite del premier a Milano.
Poi ci sono stati gli applausi a Vendola. E l'accettazione del candidato regionale, non troppo gradito in un primo momento a Di Pietro. Ed in un secondo tempo poco gradito al rivale-erede De Magistris: "Ho letto le carte del suo rinvio a giudizio". Tant'è.
Il candidato regionale sostiene: "Sto con la povera gente", mica con i "cafoni arricchiti" (del Pd).

Di Pietro non si pente del passato, ma ammette che non basta urlare in piazza.
La signora D'Addario si pente, invece, ed ammette: "Non lo rifarei più". Che cosa? Ha visitato di sera il premier a palazzo Grazioli, ha registrato le loro voci (e non erano quelle di Giovanna D'Arco), ha consegnato i relativi nastri magnetici alla magistratura.

Dopo ha subìto un tentativo di stupro in casa, ed è stata fatta salire "con la forza" in un'auto.
Dopo ancora, un settimanale di casa Mondadori-Berlusconi ha parlato di lei come parte di un "complotto contro il premier".

Di Pietro fa marcia indietro, "Non basta la pancia, non basta la piazza".
Oltre la pancia c'è di più, pretendono, poverette, le escort deluse. Neanche un incarico politico hanno ottenuto, era il loro sogno.
La signora D'Addario è stata candidata per il Comune di Bari, in una lista apparentata con il partito del cavaliere. Anche lei aveva chiesto un voto di testa. Si sono ricordati soltanto di altre parti del suo corpo. Che l'hanno resa immortale.

Per un voto di testa contro Di Pietro, dopo i giornali vicini al premier, è scesa in campo pure la Rai, secondo canale tv, con tutto il Paragone possibile, dedito a processare l'ex pm. Se questo non è complotto...

[07.02.2010, anno V, post n. 44 (1135), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/COPYRIGHT]

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6 février 2010 6 06 /02 /février /2010 15:41
Per l'occhio nero a Boffo, non corre rischi. Chi vorrà guardare che cosa bolle in pentola?

Blog.feltri.occhionero


Per il caso Boffo, il 22 febbraio Vittorio Feltri, direttore de "il Giornale", sarà ascoltato dall'Ordine dei giornalisti.
Feltri può stare tranquillo. La pubblicazione di quel falso documento relativo a Boffo "attenzionato" dalla polizia, non avrà conseguenze.

Per due motivi:
1. Gli Ordini professionali vivono dei loro iscritti, quindi sono portati in linea di massima a proteggerli. Quale mamma sana di mente divora le sue creature?
2. Feltri ha rovesciato la frittata. Con l'abilità di chi ha persino convinto Vittorio Messori, non certo cattolico "progressista".

Messori ha chiesto ("Stampa", 5.2.) "che la Chiesa renda finalmente pubblici gli atti del processo di Terni in cui è stato condannato Dino Boffo".

Tutto il resto che succede nei sacri palazzi, è grasso che cola per Feltri.
Feltri aveva fatto certe accusa. Per smentirlo si è mosso un cardinale, Giovan Battista Re ("è assurdo pensare che in qualche ufficio vaticano sia stata progettata tutta la messinscena", "Repubblica, 3.2.). Re ha rischiato il posto per il caso Wielgus, tre anni fa. Merita credito, ma c'è questo precedente (illuminante?).

Poi il papa, messo sul chivalà proprio dal caso Wielgus e poi da quello del vescovo lefebvriano Richard Williamson nel gennaio di un anno fa, "avrebbe" chiesto una relazione dettagliata sulla vicenda Feltri-Boffo.

Ieri, una voce ufficiale, il direttore della sala stampa vaticana, ha dichiarato: "E' ovvio che il papa sa".

Blog_boffo_feltri

Tutti sanno, ma nessuno parla. Per cui i giornali sono pieni di retroscena e confidenze raccolte qua e là.
Più vicini al vero, nelle notizie relative al "fuoco amico", sembrano i cronisti di "Repubblica".
Se mercoledì 3 febbraio hanno intitolato "Fra il premier e la Santa Sede congiura doppia su Avvenire", oggi sintetizzano la vicenda lasciando intravedere scenari inquietanti: "Governo e Santa Sede alle grandi manovre. Berlusconi offre un patto di non belligeranza".

Intanto "qualcuno" ha aperto un nuovo fronte, accusando Di Pietro per un certo assegno da 50 mila dollari... Mai riscosso! Di qui alle elezioni regionali ne vedremo delle belle. Anche per questo, Feltri può dormire tra due guanciali.

Circa gli Ordini professionali. Cane non morde cane. Una avvocata scrisse una lettera diffamatoria, penalmente perseguita. Fu assolta dal suo Ordine: lei aveva messo soltanto la firma, il contenuto offensivo era stato steso da un collega. Che però non è punibile perché non ha firmato. La logica fila... E poi ci chiamano il Paese del Diritto.
Per questo motivo scrissi alla ministra avv. Gelmini: "Se dovessimo stilare una graduatoria della pericolosità sociale, proprio per questo, (voi legali) rischiereste di finire in testa a tutti, anche a quelli che difendete...".

[06.02.2010, anno V, post n. 43 (1134), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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5 février 2010 5 05 /02 /février /2010 17:02
Rodolfo Francesconi racconta tempo e spazio tra Romagna e Marche

Riccione_francesconi


A "Riccione nella Romagna" Rodolfo Francesconi dedica un ricco volume di ricerca storica (476 pagg., Raffaelli editore Rimini). Spiega nomi e caratteri geografici della città e del suo territorio, collegato a quelli che lo circondano anche dalla parte marchigiana. "Riccione nella Romagna" è soltanto la seconda parte del titolo, che inizia con "L'intelligenza del luogo". Ovvero un viaggio nel tempo, come osserva Piero Meldini nell'introduzione, alimentato "da una curiosità intellettuale onnivora".

Si parte dalla preistoria e si arriva al 2008, quando Riccione onora un suo figlio illustre, Igino Righetti, ben noto in tutt'Italia e non soltanto a Rimini, riservandogli una piazzetta. E cancella il nome di don Emilio Campidelli, che era stato posto ad un viale. Don Campidelli era stato cappellano a San Lorenzino nella parrocchia retta da don Giovanni Montali, e poi suo successore dal 1959 al 1981. Quando gli subentrò sino al 1994 il primo direttore de "il Ponte", don Piergiorgio Terenzi.


Una curiosità del 1969. Arriva in Consiglio comunale la proposta (8.9.) di intitolare la via Flaminia al polacco Jan Palach, il giovane uccisosi a Praga per protestare contro i sovietici che avevano invaso la sua patria. Il 25.11. via Jan Palach ridiventa via Flaminia (pp. 420-422). Ovvero il trionfo dello stalinismo puro e duro.


Il volume di Francesconi colloca ogni notizia locale nel contesto nazionale od internazionale. Ad esempio, ampio spazio è dato alla rivoluzione francese per meglio comprendere quanto allora successe a Rimini e dintorni.


Circa i nomi delle località, consideriamo il San Lorenzino citato, ovvero San Lorenzo in Strada. In Romagna, spiega Francesconi, di San Lorenzo con qualche aggiunta ce ne sono altri 12, mentre quelli "lisci" sono 6. Altri casi hanno alle spalle storie più complesse. Un solo caso. Dai "curopolates", i bizantini addetti al palazzo, deriva Corpolò.


Il progetto del libro è spiegato dall'autore con la volontà di raccogliere nella mappa dei nomi lo spazio dei luoghi e lo sviluppo della storia nel tempo. E' un'idea molto moderna. Vi ritroviamo riflessi il gusto vertiginoso per le liste di Umberto Eco, e le più moderne teorie di chi propone di leggere il tempo nello spazio. Per questi due elementi, molti lettori e non soltanto quelli non specializzati, dovranno essere grati a Francesconi per la sua fatica.


Ovviamente l'autore non è responsabile della bontà di tutte le citazioni. In certi casi, ad esempio sulla storia medievale, preferiamo ricordare vecchie letture (come quelle di Antonio Carile, 1975), meno portate a semplificazioni fuorvianti.

Foto: www.inriccione.info

[05.02.2010, anno V, post n. 42 (1133), © by Antonio Montanari / "Il Ponte" Rimini, 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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5 février 2010 5 05 /02 /février /2010 16:26
over05022010segnal.jpgIl post di ieri, "Gelmini in linea", è oggi segnalato in home da "La Stampa", con il sottotitolo "Peggiora la didattica". Il testo del post si legge anche in questo blog.
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4 février 2010 4 04 /02 /février /2010 16:01
Boffo, le spie, "il Giornale" e certi misteri



Blog_berl_avvenire

La storiaccia che a Dino Boffo è costata il posto di direttore all'Avvenire, non si chiarisce per nulla dopo le presunte rivelazioni che accusano certi personaggi e certi settori del Vaticano.
C'è puzza di bruciato (incenso bruciato male). Abbiamo parlato subito di "fuoco amico". Ma passare dalla formula generica all'identikit dei colpevoli, ce ne passa.
Crediamo alla "smentita" del cardinale Re fatta ad Orazio La Rocca su "Repubblica" di ieri: è assurdo pensare che in qualche ufficio vaticano sia stata progettata tutta la messinscena. E crediamo pure che il cardinale Re abbia ragione quando sostiene: "Temo che tutta questa manovra sia stata fatta per tentare di nascondere i veri mandanti" e chi ha passato "le false carte" al "Giornale" di Feltri (e Berlusconi).
Giuseppe D'Avanzo, su "Repubblica" di ieri, ha precisato che "secondo fonti vicine a Boffo" lo spione andrebbe identificato in un professore della Cattolica di Milano.
A noi, sul blog della "Stampa" è capitato di ricevere un duplice commento da parte di tale Andrew che si proclamava "laico", e poi abbiamo appurato che usava un server della stessa Cattolica. Allora la cosa comincia a puzzare...
Repubblica_preti

[04.02.2010, anno V, post n. 41 (1132), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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