Overblog
Suivre ce blog Administration + Créer mon blog

Présentation

  • : Notizie dall'Italia
  • : Storie, fatti e commenti a cura di Antonio Montanari Agg. 24.12.2021
  • Contact

Giorno per giorno

Recherche

Archives

27 septembre 2008 6 27 /09 /septembre /2008 16:33
322alfano Modesta proposta. In attesa che si pronunci la Corte costituzionale, al "lodo Alfano" cambiamogli nome, chiamiamolo "lodo Collodi". Indica meglio la sua natura. A chi l'ha proposto dovrebbe crescere il naso come a Pinocchio. L'art. 1 è uguale all'art. 1 comma 2 del "lodo Schifani" (2003) dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte nel 2004.
Ieri sera a Milano il tribunale in cui è in corso una causa che vede come imputato Silvio Berlusconi, ha deciso di chiedere il parere della Corte costituzionale.

A richiamare l'attenzione della sentenza del 2004 relativa all'articolo del "lodo Schifani" travasato in quello di Alfano, è stato di recente il presidente emerito della stessa Corte costituzionale Antonio Baldassarre, in un'intervista al "Corriere della Sera".
Oggi il quotidiano di via Solferino dimentica quella intervista, anche se ricorda la sentenza del 2004. E riapre il discorso con due pareri opposti. A favore del "lodo Alfano" è un altro ex presidente, Alberto Capotosti. Contro, il costituzionalista Alessandro Pizzorusso. Ma la sentenza del 2004 dovrebbe tagliare la testa al toro.

Questo però non lo si può scrivere perché si aprirebbe un delicato problema di carattere politico ed istituzionale: come mai il Quirinale ha firmato il "lodo Alfano" nonostante la sentenza della Corte costituzionale del 2004?
Indirettamente alla domanda risponde Curzio Maltese nel supplemento libri di "Repubblica" recensendo "Bolzaneto" di Massimo Calandri: in Italia "la Costituzione è già morta e quasi nessuno se n'è accorto".

La vicenda del "lodo Alfano" copia-conforme dello Schifani, per il modo in cui è stata oscurata rientra tra quelle "solite litanie quotidiane" di cui parla stamani sulla "Stampa" Lucia Annunziata. E che impediscono di vedere i veri problemi.
Lo "scenario terrificante" di cui Lucia Annunziata parla a proposito degli Usa, ("un vuoto di potere al centro dello stesso potere mondiale"), potrebbe essere lo stesso su cui collocare la vicenda del "lodo Alfano", per i motivi indicati da Curzio Maltese: "la Costituzione è già morta e quasi nessuno se n'è accorto".

La responsabilità maggiore ricade sulle spalle dei politici o del "quarto potere" dell'informazione?
Un opinionista moderato e conservatore come Piero Ostellino nello stesso "Corriere della Sera" di oggi censura lo scandalismo che predomina in certi giornali che non amano le inchieste.
La vicenda del "lodo Alfano" non rientra nella categoria dello scandalismo o dell'inchiesta. Racconta le paure di un'informazione che teme di turbare gli attuali equilibri politici.

Speriamo che, in un giorno non lontano, si possa leggerne qualcosa sul tipo di quanto oggi sulla "Stampa" ci ha offerto Mattia Feltri con l'impeccabile ricostruzione della biografia politica di Luciano Violante.

Fonte foto: liberoblog.libero.it

[27.09.2008, Anno III, post n. 294 (671), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans Informazione
26 septembre 2008 5 26 /09 /septembre /2008 18:02
Fregoli Leopoldo Fregoli, l'attore trasformista "nonno" artistico del più celebre Arturo Brachetti, ha ispirato i capitani coraggiosi di Alitalia. Come ha rilevato Luca Piana, e come leggo nel blog "unoenessuno", "Luca Piana de l'Espresso ha messo in luce un aspetto poco noto: la banca che ha valutato la parte sana di Alitalia si chiama Banca Leonardo, che ha tra gli azionisti anche alcuni esponenti della cordata (Ligresti e Benetton). Chi ha comprato è stato anche dietro a chi valutava il prezzo".

Immaginate le scena: il banchiere legge i bilanci, stabilisce il valore. Poi esce da una porta ed entra dall'altra presentandosi come acquirente di Alitalia. Divertente, il capitalismo italiano.

A proposito di fatti eclatanti. Il ministro Brunetta ha dovuto ammettere che "i concorsi per i primari negli ospedali, nella stragrande maggioranza, non sono trasparenti e non premiano i migliori".
Su "Repubblica" di oggi il dottor Salvatore Belcastro, un ex primario di Chirurgia con circa 40 anni di esperienza, scrive: "Qualcuno ricorderà che poco più di un anno fa venne denunciata sulla stampa e sui media la estrema politicizzazione della scelta dei primari". In Lombardia comanda Cielle, in Emilia il Pd, in Sicilia e Calabria il centro-destra. Ma "spesso i posti vengono distribuiti col metodo consociativo, 'uno a loro ed uno a noi'...".

Adesso che Brunetta ha ammesso che "i concorsi per i primari negli ospedali, nella stragrande maggioranza, non sono trasparenti e non premiano i migliori", ci aspettiamo qualche suo intervento. Chieda un passaggio ai colleghi che vanno con i soldati nelle strade. Possono prestargli qualche Finanziere.

[26.09.2008, Anno III, post n. 293 (670), © by Antonio Montanari 2008]

Il post di ieri, Crisi bipartisan, è segnalato oggi in home della Stampa.

gruppobloggerlastampa

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans Informazione
26 septembre 2008 5 26 /09 /septembre /2008 16:02
Il post di ieri, "Crisi bipartisan", è segnalato oggi in home della Stampa.it. Vai al testo sul blog della Stampa...
Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans antoniomontanari
25 septembre 2008 4 25 /09 /septembre /2008 17:54
Veltroni250908 "Vale a destra come a sinistra", scrive don Antonio Sciortino a proposito dell'eclisse della partecipazione e della crisi della "democrazia di opinione" in Italia. Sotto accusa quindi è tutta l'attuale classe politica.
Vorrei tanto dire che don Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", ha torto. Ma non posso, per non contraddire quanto penso da tempo.

Il suo saggio destinato a "MicroMega" è anticipato oggi su "Repubblica". Dove un completamento a questa diagnosi si può trovare in un altro pezzo che non parla dell'Italia, ma della politica americana vista sotto l'aspetto medico.
Mario Calabresi
riferisce della "Mente politica" un saggio di Drew Westen, docente di Psicologia clinica. Wester teorizza: "Devi difenderti quando ti attaccano", altrimenti perdi le elezioni.
Ricordate Veltroni: basta con l'antiberlusconismo, ed infatti le urne gli hanno dato una bella sberla.
Sul ring ho imparato, aggiunge Westen, che al primo colpo che ricevi sotto la cintura lo dici all'arbitro, "ma la seconda gliene restituisci uno forte il doppio, così non ci riprova più".

Da noi con il Pd sta succedendo come nella celebre scenetta di Totò, a cui uno dava schiaffi chiamandolo Pasquale. E lui non reagiva perché mica si chiamava Pasquale.
Veltroni le ha prese. Adesso ragiona come il suo antagonista, in base ai sondaggi. Si dichiara felice delle percentuali registrate. Che sono inferiori a quelle del voto alle politiche.

Ma non diamo tutte le colpe a lui. Temo che un po' in tutt'Italia stia succedendo quello che avviene a Rimini. Dove un consigliere provinciale del Pd ha lanciato un appello ai ciellini (che hanno contribuito ad eleggere la giunta locale di centro-sinistra ma sono con Berlusconi a Roma). Ne ha scritto un lettore, Alberto Cristofano, in un commento. Era un invito ad interloquire senza "rivalse personali" e "rancori".
Il commento del lettore finiva con un dubbio: "A quel segnale mi sembra che non abbia fatto seguito alcun pubblico riscontro. Tutto viene fatto sottobanco?".
Ecco perché ha ragione don Sciortino, anche il Pd non ama  la "democrazia di opinione" e spaccia per partecipazione le chiacchiere fra i soliti quattro noti.

[25.09.2008, Anno III, post n. 292 (669), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans antoniomontanari
24 septembre 2008 3 24 /09 /septembre /2008 17:18
Barbara240908 Barbara Berlusconi aveva detto: nel mondo della finanza debbono esserci delle regole morali, "valori comuni che contrastino atteggiamenti illegittimamente consentiti e pericolosamente individualisti". Ed aveva ricordato i 27 mila dipendenti di Lehman Brothers, "che da un giorno all'altro si ritrovano senza lavoro".

"Liberazione", il foglio di Rifondazione, ha commentato: sono parole più forti di quelle pronunciate «da tutta l'opposizione parlamentare», a dimostrazione che ormai in Italia «governo e opposizione sono in una famiglia sola».

E da una sola famiglia, quella appunto del cavaliere, sono venute fuori posizioni divergenti con quelle del capo del governo, se la signora Barbara ha potuto sostenere: "Prima o poi la ricerca del profitto si scontrerà con le norme etiche e imporrà di scegliere tra l'una e le altre".

A Luca Ubaldeschi che l'intervistava sul conflitto d'interesse paterno, Barbara Berlusconi ha spiegato: "Il caso di mio padre è altra storia rispetto a ciò di cui abbiamo parlato finora. Sono convinta che il tema del conflitto di interessi abbia bisogno di una regolamentazione, ma il voto ha dimostrato che gli italiani non lo vivono come una necessità. Diciamo che esiste l'esigenza, non la richiesta".

Qui la giovane aspirante manager ha compiuto una brillante capriola nel discorso. Come al solito, la colpa è del popolo bue che non fa la richiesta di regolazione del conflitto d'interesse, mentre le menti più elette come la sua ne avvertono giustamente l'esigenza. A questo punto vale soltanto la pena di ricordare che se "gli italiani non lo vivono come una necessità", il conflitto d'interessi, un buon motivo ci deve pur essere. Forse se la signora Barbara s'aggira cautamente per casa, in qualche angolo lo dovrebbe trovare.Leader

[Anno III, post n. 291 (668), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans Informazione
23 septembre 2008 2 23 /09 /septembre /2008 17:58
Gelmini_brunetta Il programma elettorale di Berlusconi del 2006 esaltava la riforma Moratti (2003), la prima ad 80 anni da quella fascista di Gentile. "Più istruzione per tutti. La scuola cresce", diceva un grande titolo. Sottolineava le 130 mila assunzioni dei docenti precari.

Nel 2008 Berlusconi è tornato al governo. Il nuovo ministro della Pubblica Istruzione quando sente parlare della scuola, quella riformata da Berlusconi nel 2003, ha una piega amara sul viso, come se venisse pronunciata una parolaccia. Forse non ricorda il programma elettorale del cavaliere di due anni fa.
Adesso molti di quei precari torneranno ad essere tali o disoccupati, non so quale caos stiano preparando a Roma.

Il programma distribuito nel 2006 a tutti i cittadini s'intitolava "La vera storia italiana". La "vera bufala" dovrebbe essere ribattezzata oggi, dopo i discorsi della ministra Gelmini e del ministro Brunetta. Lei è convinta che la scuola sia quella voluta da comunisti del '68. Lui crede di essere l'unico in grado di saper far funzionare lo Stato. Il quale, a questo punto, è in uno stato pietoso. Non per colpa degli italiani, ma dei suoi governanti attuali. Due anni fa esaltavano quello che adesso denigrano.

Due anni fa quel programma cominciava con la più infondata opinione economica: "Addio alla lira: il grave errore di Prodi".
Un mese fa Berlusconi, mentre la parola "recessione" circolava nei commenti economici dagli Usa all'Europa, la rifiutava come prospettiva impossibile. I fatti gli hanno dato torto, ma lui crede di aver egualmente ragione.

[Anno III, post n. 290 (667), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa


Sitemeter

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans antoniomontanari
23 septembre 2008 2 23 /09 /septembre /2008 15:53
Il post di ieri "Brunetta capisce" è segnalato oggi in home page dalla Stampa.
Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans antoniomontanari
22 septembre 2008 1 22 /09 /septembre /2008 17:22
Brunetta_cuccarini Il ministro Renato Brunetta comincia a capire. In "Repubblica" di ieri s'è letta questa sua nuova dichiarazione sui medici: "I macellai lavorano perché perché i concorsi per i primari negli ospedali, nella stragrande maggioranza, non sono trasparenti e non premiano i migliori".

Benissimo. E' quello che abbiamo qui sostenuto il 18 scorso chiedendo di fare luce appunto sui misteriosi concorsi: "Brunetta ha tutte le ragioni di questo mondo. A patto che, scoperto chi è il "macellaio" in attività ospedaliera, ci spieghi come è stato assunto, per quali meriti, contributi scientifici o calci nel deretano (e da parte di chi questi ultimi sono stati mollati)".

Dunque ministro Brunetta? Vuol fare luce appieno o si accontenta di stare alla ribalta con queste striminzite dichiarazioni?
Se farà luce le perdoneremo quella ridicola definizione che ella ha dato di sé stesso, chiamandosi "la Lorella Cuccarini del governo".

[Anno III, post n. 289 (666), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans antoniomontanari
20 septembre 2008 6 20 /09 /septembre /2008 18:48
Nel corso del 1700 e per la prima metà del 1800 nella vita sociale di Rimini, la Marineria gioca un ruolo molto importante, a cui però non corrispondono né una soddisfacente condizione economica, né un qualsiasi coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica.
Nel 1791 Francesco Battaglini scrive che alla «classe marinaresca tanto utile alla Città nostra, e nel tempo stesso sì grama, e misera», fanno capo «a dir poco» duemila persone.
Cinque anni dopo, nel 1796, un documento ufficiale della Municipalità riminese calcola questa classe in «circa tre mila Persone», quasi un quarto degli abitanti della città. Faticosamente, dopo l’armistizio del 23 giugno dello stesso 1796, la Municipalità riminese ha impedito «l’emigrazione di molti abitanti del Porto».

Questa breve storia della marineria riminese tra 1700 e 1800 prosegue a questa pagina. Il saggio inedito completo si legge qui.

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans Rimini
20 septembre 2008 6 20 /09 /septembre /2008 17:51
Cordata "Se Fiumicino non fa gli scatoloni" è il titolo di un brillante pezzo di Maria Laura Rodotà pubblicato dal "Corriere della Sera" di stamani. Comincia così: "A Londra e New York sono usciti sobri, silenziosi, con i loro scatoloni di cartone. A Fiumicino, a Linate, davanti al milanese palazzo Clerici si faceva casino, si gridavano slogan, si lanciavano battute, si festeggiava la rottura delle trattative".

Il 15 scorso sul "Sole-24 Ore" abbiamo invece letto da Nuova York: "Nel complesso la gente è veramente arrabbiata. L'opinione comune è che questa crisi sia stata provocata dal top management".

Lo stesso discorso per Londra, nel medesimo articolo del "Sole-24 Ore": ""In tutto il mondo stanno vuotando gli uffici, c'è molta gente triste", ha testimoniato Duo Ai, 26 anni: "Molti dipendenti sono in preda alla rabbia, cosa assolutamente comprensibile: eravamo tutti convinti che ci sarebbe stato un acquirente per Lehman", ha concluso il giovane analista, rompendo il silenzio espressamente richiesto dai vertici locali dell'istituto finanziario".

Wallstrettespresso La Rodotà aggiunge: "I lavoratori occidentali sono quelli che stanno meglio al mondo. Ma quando la loro azienda cola a picco, di colpo o con una lunga agonia, si sentono soli. E ognuno reagisce come è stato abituato. Nella finanza anglosassone si riempiono velocemente un paio di scatoloni, come usa, come si vede al cinema".

Non so se sia soltanto questione di abitudini personali o collettive, dato che il silenzio è "espressamente richiesto dai vertici locali dell'istituto finanziario".

Forse i lavoratori americani ed i loro problemi vanno collocati in un contesto meno folcloristico. Forse è utile ricordare che negli Usa prima di essere soccorsi da un'ambulanza ti chiedono l'assicurazione malattia. Questo non succede in Italia. Dove la destra liberale ha sempre tuonato contro lo Stato sociale, ed ora vorrebbe farvi ricorso ad esempio per gli "ammortizzatori sociali" nel caso Alitalia.

Una contraddizione da nulla davanti all'intervento dello Stato americano per salvare la libera finanza di mercato. Per la quale valgono le parole (lette su "Repubblica") di Nancy Pelosi, presidente democratica della Camera Usa: "Vogliamo appurare com'è accaduto che i capitani dell'alta finanza hanno accumulato milioni di dollari di salari individuali, le loro aziende falliscono, e il popolo americano deve subentrare ad accollarsi tutti i danni".

Tornando al pezzo della Rodotà. Forse il "casino" da lei descritto per Fiumicino/Alitalia, è molto più democratico del "silenzio espressamente richiesto" negli Usa ai licenziati da Lehman Brothers.
Barocco07
Forse la signora Rodotà sognava un'uscita di scena delle hostess dell'Alitalia con lo stile di una sfilata di Rocco Barocco (vedi foto)?

[Anno III, post n. 288 (665), © by Antonio Montanari 2008]

gruppobloggerlastampa


Sitemeter

Partager cet article
Repost0
Published by antonio montanari - dans Informazione