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  • : Storie, fatti e commenti a cura di Antonio Montanari Agg. 24.12.2021
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3 mars 2008 1 03 /03 /mars /2008 18:46
2286part Oggi il Cavaliere ha detto che il suo rivale Veltroni presenta candidature-spot "per blandire la borghesia". Se è un'accusa, Berlusconi la pensa come Bertinotti. Altrimenti, è la confessione di un fallimento. La "borghesia" abbandona il signore di Arcore, attratta dal re dei sette colli? Niente di strano.
Ci aspetta un mese di comizietti elettorali la cui sceneggiatura sembra ricalcare certi copioni alla Verdone. La commedia all'italiana è una costante non soltanto del cinema. La politica se ne è sempre nutrita. Adesso sembra farsene un'abbuffata un po' triste e molto ridicola.

Veltroni ammette di non amare più la sinistra ("Somos reformistas, no de izquierdas", siamo riformisti non di sinistra: ha dichiarato a "el Pais"). Le sue parole spaventano Berlusconi. Che ne ricava la conferma di avere un pericoloso concorrente al centro. La scelta che Veltroni ha fatto di candidare Massimo Calearo, industriale del Nord-Est, è alla base della battuta odierna di Berlusconi sulle candidature-spot "per blandire la borghesia".

 
La discussione elettorale rischia di svolgersi su questi toni infinitamente tristi. Quel Calearo favorevole allo sciopero fiscale dei Leghisti, dunque rappresenta il nuovo del Pd. Ma il cavaliere simboleggia un vecchiume corporativistico simile a quello che propone Veltroni (operai e 'padroni' uniti nella 'lotta'). Tutti assieme appassionatamente, dunque, ma per andare dove?
Veltroni ipnotizza le folle con il ricordo del vecchio governo (quello del Prodi presidente del Pd!) condizionato dalla necessità di mettere tutti d'accordo. Ma questo 'nuovo' partito che offre agli elettori un sostenitore dello sciopere fiscale leghista, non corre il rischio di farsi strangolare e di fallire l'obiettivo?
Calearo non è l'unico a sostenere che non c'è differenza tra destra e sinistra. Conosco candidati che da tempo lo sostengono, l'ho scritto e loro mi hanno tolto il saluto, alla faccia della democrazia che vogliono incarnare.


Nel giorno degli abbandoni (Baudo lascia Sanremo e Mastella è lasciato solo a Ceppaloni), sorride malignamente Casini. Il quale già il 4 dicembre 2006 aveva dato il suo addio al cavaliere: "ormai la Cdl non ha più senso per cui i vertici li facciano loro, li facciano Berlusconi, Fini e Bossi".
Il giorno dopo, 5 dicembre 2006, Ernesto Galli della Loggia sul "Corriere della Sera"  aveva dato formalmente il benservito al cavaliere, confermando la posizione di Casini: Berlusconi "è stato incapace di elaborare una qualsiasi forma di rappresentanza sociale e di cultura della mediazione, probabilmente perché politicamente sprovvisto di una qualunque vera idea forte. La rivoluzione liberale è così rimasta una formula. Tutto si è fermato agli slogan e come partito (non come lista elettorale!) Forza Italia è rimasta un partito di plastica".
 

Da allora ad oggi che cosa c'è stato di nuovo? Il cambio di nome, l'apparizione dei "Circoli" e di una signora MVB messa in ombra negli ultimi giorni dai vecchi apparati. E soprattutto Veltroni che sta rubando la scena al cavaliere non per dire cose "di sinistra", ma offrire agli elettori anche un personaggio già favorevole allo sciopero fiscale dei Leghisti.

[Anno III, post n. 68 (445)]

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Published by antonio montanari - dans antoniomontanari