Troppo interessante l'osservazione di Antonio Cracas, per non riportare anche come post la mia risposta.
Se poi si passa dalla "satira" alla "politica" seria (che forse è spesso meno seria della satira stessa), spero di essere sempre stato indipendente nel mio parlare. Queste almeno sono sempre state le mie intenzioni.
Mi auguro di esserci riuscito. Dalle fregature ricevute (da parte di quelli che dall'esterno potrebbero essere giudicati miei amici di strada), mi sembra di sì.
Se ci siamo "scandalizzati" con Cicciolina, possiamo quindi fare altrettanto con i fatti di oggi. In essi non c'è nulla di male, anzi. Le vie delle carriere sono sempre state infinite e sfinite. Ma non toglieteci l'ossigeno del parlar (male) del Potere, indipendentemente da chi lo controlli in un certo momento storico.
Sotto il fascismo lo chiamavano "ius mormorandi". Andreotti ricorda una battuta di quel tempo: "Non ci possiamo lamentare". Dove la perfetta ambiguità del linguaggio indicava lo stare bene ed anche il non poter parlare...
Anche oggi, in molti non si possono lamentare. Fanno affari d'oro. A Roma con il governo, e nelle città con quelle che oggi sono forze (ma forze può essere esagerato...) insomma sono esponenti dell'opposizione parlamentare...
Grazie dell'attenzione e del commento.
[Anno III, post n. 134 (511), © by Antonio Montanari 2008]