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7 juin 2008 6 07 /06 /juin /2008 18:33

BerlusconibenedettoIeri a Roma c'è stata grande festa per l'udienza pontifica a Silvio Berlusconi. Il quale ha donato al papa una croce pettorale tempestata di topazi e di dodici diamanti a rappresentare gli apostoli, con quello per Pietro un po' più grande degli altri.
Ora, umilmente, da cristiano battezzato, vorrei chiedere prostrandomi al soglio dello stesso Pietro, quello del diamante un po' più grande in quella croce pettorale, che Benedetto XVI facesse un gesto di carità a nome del popolo italiano.
Ricordandosi dell'antico motto medievale che definiva le decime proprietà "pauperum Dei", potrebbe vendere il sacro oggetto ricevuto in dono dal popolo italiano, e con il ricavato sollevare le condizioni di qualcuno a cui non interessa nulla di una papa bello con una croce di diamanti, ma a  cui preme magari di dar da mangiare qualcosa a dei figli piccoli o a dei genitori vecchi.

E' vero che, finito il governo Prodi, le condizioni economiche del popolo italiano sono decisamente migliorate.
Nel senso che sono migliorate per decisione della berlusconiana Mediaset e del suo Tg5. Che ha gettato nel cestino i filmati sui pensionati che andavano a racimolare qualcosa da mettere sotto i denti nei cassonetti dei rifiuti ai mercati generali.
E che ha mandato in onda altri servizi, tra cui quello stupendo sugli italiani che in Europa sono i cittadini che fanno molte ferie, non ricordo se più di tutti, in località affascinanti e godendo di servizi splendidi. Come giustamente si meritano per aver creduto nell'Uomo della Provvidenza.

Espressione questa che nessuno, al di qua ed al di là del Tevere, ha avuto il cattivo gusto di ripescare nel dimenticatoio della Storia Patria. Anche se la gioia pontificia espressa qualche giorno fa non ci è poi andata tanto lontana.

Ho letto che Prodi si è lamentato: i vescovi della Cei hanno remato contro di lui.
L'altro ieri il cardinal Martini ha detto cose terribili sul suo ambiente: la Chiesa è afflitta a suo dire da vanità invidie e calunnie.
I due temi si tengono, le parole o i pensieri di Prodi e la denuncia del cardinal Martini. Per questa sera, basta accennarvi, sigillando il tutto con una frase dell'arcivescovo emerito di Milano: «Siamo richiamati a essere trasparenti, a dire la verità».

Per questa trasparenza e verità nella testimonianza, il papa equipari la croce ricevuta in dono dagli italiani alle "decimae quae sunt pauperum Dei". E la destini appunto a loro, nel più puro spirito evangelico.
Altrimenti si corre il rischio che, della splendida udienza di ieri, resti come sintesi la battuta che il pontefice ha rivolto al portavoce governativo Bonaiuti: "La vedo tutti santi giorni in televisione". Censurata l'aggiunta soffiata in un orecchio a Berlusconi: "Ghe balle".

A proposito di "poveri di Dio": se non ascoltiamo il Vangelo  e le parole di Gesù Cristo sul tema, veramente restiamo "poveri di Dio", ovvero dei "senza Dio" anche (anzi soprattutto) se doniamo ad un signore benestante una croce pettorale tempestata di topazi e di diamanti. Oltretutto appositamente creta per lui, come esulta un'agenzia di stampa cattolica.
Croce che non serve a nulla. Cristo nacque povero in una stalla e morì nudo su di una Croce. La Croce del Golgota non è quella rappresentata nell'oggetto con topazi e diamanti, sia ben chiaro. Neppure il capo del governo e dell'opposizione possono mettersi d'accordo su questo principio incontrovertibile alla faccia delle verità non di fede (i teologi possono sempre pasticciare) ma della Storia.

[Anno III, post n. 171 (548), © by Antonio Montanari 2008]

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Published by antonio montanari - dans antoniomontanari