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29 juin 2008 7 29 /06 /juin /2008 16:49

Veltroniblog290608

Un segretario di partito come Veltroni non può assumere a giustificazione di una così grave sconfitta elettorale, le frasi di un commentatore politico, per quanto questi sia autorevole. Ad ognuno il suo mestiere.
Il concetto di "esito elettorale raggiunto", da tenere come punto di partenza e non di arrivo, è un alibi, un placebo, un mascheramento.

Alibi, perché queste cose vanno dette prima. E Veltroni era sicuro di vincere.
Placebo, perché non risolve le questioni. Ma è utilizzato per anestetizzare le critiche.
Mascheramento, infine, perché un segretario di partito non può indossare i panni "terzi" delle commentatore.
I ruoli vanno sempre rispettati e tenuti distinti.

Soltanto i professori di filosofia di un tempo parlavano per citazioni, premettendo ad ogni loro discorso quel noioso "come diceva il tale" (Croce, Marx o Gramsci, secondo gli orizzonti e le latitudini del loro pensiero).

I politici pensano (bene o male) con la loro testa (buona o cattiva). Veltroni non faccia il professorino, come nell'intervista a "Repubblica" che abbiamo sinora citato.
Ha già perso troppo per coltivare certi lussi della retorica politica. Non può concludere oggi che, l'esito delle urne, come punto di partenza per il futuro è "tutto sommato un buon risultato".
A quanto "l'importante è partecipare, non vincere"?

Invece, Veltroni fa il professorino non soltanto in quell'intervista a "Repubblica" ma pure in una lettera alla "Stampa". Dove risponde ad Edmondo Berselli, direttore de "il Mulino", stanando addirittura un passo di Habermas sulla "vita comune delle comunità religiose".
Arrivare a trattare della "laicità del futuro", la laicità del Pd (e della politica italiana), partendo dal rapporto fede-ragione trattato in un dialogo fra l'allora cardinale Ratzinger ed appunto Habermas, secondo Veltroni è uno di quei modelli di democrazia partecipata che può convincere cautamente la gente a votare per il Pd.

"Avete fame, pochi soldi, molti problemi, ed il futuro della vostra famiglia vi preoccupa? Allora Habermas propone quello che fa per voi...",  deve aver pensato.

Quando assume la "laicità delle istituzioni" come condizione perché la religiosità diffusa, "una delle grandi risorse del nostro Paese", "possa tradursi in energia civile e democratica", Veltroni prende come punto di partenza ciò che invece è soltanto un risultato non sempre (e faticosamente) conseguito.

Le nostre istituzioni dovrebbero essere laiche, anche per rispetto della Religione. Mentre la "religiosità diffusa" oggi contiene anche quei modelli di famiglia allargata proposti dai nostri leader di governo. Inginocchiati davanti alle autorità vaticane.

La "cultura unificante" richiesta da Berselli, è tradotta da Veltroni nel binomio ragione-Religione. Il più controverso ed inutile binomio sul piano della politica. La quale deve tener distinti i due termini rispettandoli entrambi, ma non unificandoli in un'operazione impossibile.
Soprattutto oggi, dove è moneta corrente l'accusa ratzingeriana verso il "secolo", di essere relativista ed edonista.
Nessuna adesione vaticana verrà mai alla politica di Veltroni sui temi legati a valori detti "indiscutibili".

Il professorino ha fatto la sua bella lezioncina ma non troverà interlocutori sull'altra sponda del Tevere.
Pacs e dico dimostrano che, se lo Stato vuole legiferare su certi argomenti, non può trattare perché incontra un rifiuto a priori. Ed allora, a che serve tutto il discorso veltroniano di oggi?

Filippo Andreatta sul "Corriere della Sera" tira le orecchie a Veltroni. Il quale nega "che vi sia stata una vera sconfitta", e vuole "rimanere in sella a tutti i costi per tutta la legislatura". Mentre "potrebbe mantenere la leadership abbandonando però la pretesa di essere per forza il prossimo candidato alle elezioni".

Se accettasse questa linea suggerita da Andreatta, Veltroni imprimerebbe quella svolta al Pd che, come aggiunge lo stesso Andreatta, è richiesta dai fatti.
Nel Pd ci sono Ds e Margherita, mancano però i "democratici" che non avevano casa ed i nuovi arrivati fiduciosi in un partito "nuovo". Non come sommatoria dei due confluiti in esso. Con i difetti che reciprocamente associati hanno proliferato qualcosa che appare indecifrabile a molti, tra cui il vituperato Parisi. A cui Veltroni oggi tira duramente le orecchie nell'intervista che abbiamo citato.

[Anno III, post n. 201 (578), © by Antonio Montanari 2008]

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Published by antonio montanari - dans antoniomontanari