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  • : Storie, fatti e commenti a cura di Antonio Montanari Agg. 24.12.2021
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16 février 2010 2 16 /02 /février /2010 15:34
Aspiranti avvocati ignoranti? C'è di peggio, Berlusconi politicamente razzista

Giallo_blog


Non c'è da preoccuparsi troppo. "Gli aspiranti avvocati scivolano sul paté d'animo", è il titolo di pagina 22 della "Stampa" di oggi. Stiamo tranquilli. Nessuno si indignerà, davanti ad errori che fanno ridere, sorridere e persino meditare tristemente. Ma di queste cose si lamentavano anche cento anni fa.

Gli aspiranti a tutto di oggi, hanno altre sicurezze per avere successo. Ce lo confermano le biografie che circolano sui giornali. Uno dei tre uomini più potenti nel partito di Berlusconi dopo il loro leader, Denis Verdini, insegna Storia delle dottrine economiche alla Luiss. Ha studiato al Cesare Alfieri, è stato allievo di Spadolini, ma le sue origini lo fanno marchiare dal cavaliere con uno sbrigativo: "Serve un macellaio come lui!". E lui, scrive Antonello Caporale su "Repubblica" di oggi, risponde stando al gioco: "Sono un tagliatore di teste".

Al posto del vecchio manuale Cencelli, c'è ora il protocollo Verdini: lottizza i posti calcolandoli in punti, 60 ne vale un ministro, 20 un sottosegretario. Collega e compaesano suo, è Bondi di cui Verdini fu definito "la badante". E Verdini precisa al prof. Quagliarello quale ruolo questi può avere nel partito: "Lei è manutengolo del manutengolo (che sarei io, Verdini) del cameriere (Bondi) di Berlusconi". Al che Bondi risponde: non cameriere, "Maggiordomo, prego".

Blog_befana

Nulla da meravigliarsi se questo è il livello della politica governativa, grazie alla quale alle signorine coinvolte nelle serate elettorali suggeriscono: "Non si trattenga e soprattutto non tenga il tanga". Oggi Berlusconi ha affermato: "Torno a ripetere che noi e loro [l'opposizione] siamo antropologicamente diversi". Una frase che ha tutto il "paté d'animo" di chi ama la politica, ma purtroppo non ha le idee chiare. Ribadisce il primato di una razza d'uomo politico sopra tutti gli altri. Aspiranti avvocati ignoranti? C'è di peggio, il Berlusconi politicamente razzista. Ed i suoi colleghi che si dichiarano maggiordomi del signore che governa.

[16.02.2010, anno V, post n. 50 (1141), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/COPYRIGHT]

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10 février 2010 3 10 /02 /février /2010 16:12
Blog.09.02.2010

07022010oversegn.jpg

Il post di ieri, "Lavoro, terno al lotto" è stato segnalato oggi in home della "Stampa" con il titolo: "Brunetta 'gratta' l'art. 1".


Il testo del post si legge anche in questo blog.
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10 février 2010 3 10 /02 /février /2010 16:10
Le sante iene in Vaticano hanno vinto. Buttiglione: "Da destra attacco alla Chiesa". Inutile il comunicato di ieri

Blog_boffo_feltri


"Difende l'onorabilità di una persona ingiustamente accusata". Così il direttore della sala stampa vaticana ha spiegato il duro comunicato, pubblicato ieri dalla Segreteria di Stato sul caso di Dino Boffo, ex direttore di "Avvenire".

Per "difendere l'onorabilità" di Boffo, bastava poco, lasciarlo al suo posto, respingendone le dimissioni. Le "sante iene" hanno vinto la prima battaglia. Con un documento falso. Il resto è tutta aria fritta, cordoglio di circostanza a molti mesi dal "delitto" (tutto è iniziato il 28 agosto 2009...). Le "sante iene" hanno fatto cacciare Boffo da "Avvenire". Adesso mirano allo stesso risultato con Vian, direttore de "L'Osservatore Romano". Spara un colpo e fai fuori due prede.

La Segreteria di Stato ha cercato di confezionare un documento politico, contenente l'accusa di aver dato "luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice".
L'abilità diplomatica dell'ufficio, questa volta non è servita a nulla. Come ha detto il prof. Sabatucci alla "Stampa", stiamo ancora aspettando "una spiegazione convincente" sulla vicenda di cui Boffo è stato vittima.

Vittorio Messori, come abbiamo già riportato, ha chiesto ("Stampa", 5.2.) "che la Chiesa renda finalmente pubblici gli atti del processo di Terni in cui è stato condannato Dino Boffo".

Insolitamente poco diplomatico, ma in sostanza molto realista, il filosofo Rocco Buttiglione, uno che conosce i suoi "polli", accusa la "destra". Parla di una "strategia oscura" (il che significa in bocca a lui che gli è tutto chiaro). E precisa di "intravedere un attacco alla Chiesa da destra". Per disgregarla, la Chiesa, e "piegarla".
Piegarla a che cosa? Rocco accusa senza mezze parole: "Il fatto che tutto questo sia riconducibile a un quotidiano della famiglia del premier rientra tra i problemi del nostro Paese".

Il comunicato vaticano non è piaciuto a Giuliano Ferrara, che accusa la Chiesa di Roma di cercare "di silenziare ed esporre alla gogna l'informazione laica, libera e amica che denuncia il fattaccio e ne spiega le ragioni". Ferrara si riferisce a quel passo in cui si spiega che la "campagna diffamatoria" è stata caratterizzata sui media da "una consonanza davvero singolare".

Ieri Berlusconi, per crescere in fiducia presso la Santa Sede, si è esibito in un'azione poco accettabile moralmente e politicamente, dichiarando che la povera Eluana Englaro poteva essere salvata.

Rocco Buttiglione ha parlato a nuora perché la suocera (vaticana) intenda. Ruini ha pranzato con Berlusconi. La stella di Casini è al tramonto in mezzo mondo ecclesiastico? Allora bisogna rinfrescare la memoria, ai monsignori. Rocco e i suoi fratelli dell'Udc non possono non accusare la "destra" di cui erano parte, e il sistema dei media gestito dal cavaliere. Da cui è stato assunto Feltri, quello della battaglia contro Boffo.

Siamo alla metà del guado. Feltri ha vinto una battaglia, non è detto che per Berlusconi arrivi anche il trionfo finale della guerra avviata con l'attacco a Boffo. Ruini è ancora potente. La presa di posizione ufficiale di ieri fa intravedere uno scenario complesso ed inquieto. Rocco ha infatti detto "Chi ha usato questi metodi per tentare di violentare la Chiesa non si fermerà qui". Rocco il filosofo, come s'è detto, conosce bene i suoi polli. Il "bello" deve ancora cominciare.

[10.02.2010, anno V, post n. 46 (1137), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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9 février 2010 2 09 /02 /février /2010 15:32
Gratta e vince il posto da commessa. Brunetta "gratta" l'art. 1 della Costituzione

Blog.09.02.2010



La notizia. Gratti la cartolina e vinci un posto da cassiera. Il tutto (in Lombardia) al supermercato. Basta fare la spesa. Ogni 30 euro di acquisti una cartolina. Poi ti affidi alla fortuna. Ai tg la chiamano con eleganza la dea bendata. I nostri vecchi usavano dire che la vita è un terno al lotto. Le parole servivano a smorzare gli entusiasmi in caso di successo. Assieme al proverbio un po' sadico: "Chi troppo in alto sal, assai sovente cade precipitevolissimevolmente". Oppure miravano a spronare: se ti è andata male adesso, ti andrà meglio la prossima volta. Ed i romagnoli incoraggiavano: "sl'è nota, us farà dè".

Oggi il lavoro in Italia è peggio di un terno al lotto. Don Aniello Tortora è parroco a Pomigliano d'Arco, che considera una città senza futuro se non si risolveranno i problemi dell'occupazione: "Chi non lavora da queste parti finisce alla mercé dei clan". Intanto, aggiunge a "l'Unità", "si diffonde l'usura, i commercianti pagano il pizzo, la criminalità allarga le sue braccia". Si guastano le famiglie. Padri restati senza lavoro "non hanno il coraggio di dirlo" in casa.

Allo stesso giornale don Luigi Ciotti spiega: "La crisi prima che economica, è politica, culturale ed etica. Crisi dei diritti". E poi: "La mafia è aiutata dai vuoti istituzionali e dalla crisi, cresce l'usura, i mafiosi approfittano dell'ignoranza, della povertà".

Un ministro della Repubblica italiana ha suggerito di cambiare l'articolo primo, comma primo della nostra Costituzione. Che recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". Via la storia del lavoro, dice. Sono molto limitato, non ne ho compreso il perché. Il ministro (si chiama Renato Brunetta) quando racconta i suoi pensieri, o se la ride o si altera assumendo la maschera dello sdegno più severo ed istituzionale.

Scusate la confidenza: mi sembra che qualcosa manchi alle messinscene televisive a cui il ministro partecipa di continuo. Forse non avendo nulla da fare per dovere governativo. Mi sembra che quando Brunetta ci fa dono dei suoi pensieri, manchino i tre regolamentari squilli di tromba ed una fascia tricolore del funzionario di Polizia che ordina la carica contro la folla tumultuante. Il guaio è che c'è solo Brunetta, e manca la folla.

Brunetta non sa (o non ricorda) che porre il lavoro alla base della Repubblica, significò eliminare il valore del privilegio di casta o di denaro, su cui si era retto lo Stato liberal-monarchico dal 1861.

[09.02.2010, anno V, post n. 45 (1136), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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8 février 2010 1 08 /02 /février /2010 16:00
08.02_segnalato.jpgIl post di ieri, Dopo l'Ulivo, il Cipresso, è segnalato oggi in home dalla "Stampa".

Il testo del post si legge anche in questo blog.
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7 février 2010 7 07 /02 /février /2010 17:38
Di Pietro non si pente del passato, ma vuol cambiare, la signora D'Addario sì e non può cambiare

Dipietro07022010blog


Quale sarà il simbolo elettorale della Nuova Alleanza Pd-IdV? L'Ulivo è stato abbattuto. Resta il Cipresso. Quello di Bolgheri e del duplice filar. Quello che, toccandosi, Bersani and C. dovranno digerire per placare Di Pietro.

Non tornano i conti in casa Idv. Tutti motivi politici. L'ultimo: la comparsata da tv ghediniana, di un signore con la sua teoria delle finte ferite del premier a Milano.
Poi ci sono stati gli applausi a Vendola. E l'accettazione del candidato regionale, non troppo gradito in un primo momento a Di Pietro. Ed in un secondo tempo poco gradito al rivale-erede De Magistris: "Ho letto le carte del suo rinvio a giudizio". Tant'è.
Il candidato regionale sostiene: "Sto con la povera gente", mica con i "cafoni arricchiti" (del Pd).

Di Pietro non si pente del passato, ma ammette che non basta urlare in piazza.
La signora D'Addario si pente, invece, ed ammette: "Non lo rifarei più". Che cosa? Ha visitato di sera il premier a palazzo Grazioli, ha registrato le loro voci (e non erano quelle di Giovanna D'Arco), ha consegnato i relativi nastri magnetici alla magistratura.

Dopo ha subìto un tentativo di stupro in casa, ed è stata fatta salire "con la forza" in un'auto.
Dopo ancora, un settimanale di casa Mondadori-Berlusconi ha parlato di lei come parte di un "complotto contro il premier".

Di Pietro fa marcia indietro, "Non basta la pancia, non basta la piazza".
Oltre la pancia c'è di più, pretendono, poverette, le escort deluse. Neanche un incarico politico hanno ottenuto, era il loro sogno.
La signora D'Addario è stata candidata per il Comune di Bari, in una lista apparentata con il partito del cavaliere. Anche lei aveva chiesto un voto di testa. Si sono ricordati soltanto di altre parti del suo corpo. Che l'hanno resa immortale.

Per un voto di testa contro Di Pietro, dopo i giornali vicini al premier, è scesa in campo pure la Rai, secondo canale tv, con tutto il Paragone possibile, dedito a processare l'ex pm. Se questo non è complotto...

[07.02.2010, anno V, post n. 44 (1135), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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5 février 2010 5 05 /02 /février /2010 16:26
over05022010segnal.jpgIl post di ieri, "Gelmini in linea", è oggi segnalato in home da "La Stampa", con il sottotitolo "Peggiora la didattica". Il testo del post si legge anche in questo blog.
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4 février 2010 4 04 /02 /février /2010 14:37
Meno ore di insegnamento? Peggiora la didattica


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La ministra Gelmini ha rispettosamente osservato la linea dei suoi predecessori di qualsiasi colore politico. Quella di rovinare tranquillamente la scuola.
Ha detto che non conta il numero delle ore di insegnamento di una materia, ma la qualità della didattica. Balle. Prendete una classe di trenta alunni, dovete svolgere il programma in due anziché tre ore (facciamo un esempio), potrete fare le stesse interrogazioni che fareste con il vecchio calendario? Anche la verifica è didattica. Quindi per favore raccontiamoci cose serie, non balle, signora ministro. Due ore alla settimane sono un trenta e passa per cento in meno, e questo lei me lo chiama un invito a migliorare la didattica.

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Per cortesia, torni a fare l'avvocato, avendo lei sostenuto gli esami fuori sede, in quel profondo Sud che, come le scrissi pubblicamente, non le piace troppo.

Foto, "La Stampa"

[04.02.2010, anno V, post n. 40 (1131), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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2 février 2010 2 02 /02 /février /2010 15:43
Prodi rifiuta Bologna, ed accusa. L'ex sindaco Vitali: cambiare strada, basta arroganza e presunzione

 

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Romano Prodi ha ottima memoria, recita bene la sua parte di padre nobile del Pd, parla cortesemente con i cronisti, telefona con affetto a Bersani, baci abbracci e tanto sorriso con tutti, ma poi arriva la stoccata, come in classico monologo teatrale.

A Marco Marozzi di "Repubblica" ha fatto un bilancio freddo e impietoso: "Nessuno ha mai avuto la pazienza di pensare all'Ulivo come ad un'occasione straordinaria, che aveva bisogno di fatica, capacità di costruire e aspettare".

L'argomento era una sua possibile candidatura a sindaco di Bologna, in sostituzione di quel Delbono dimessosi, che era stato una sua invenzione sia politica sia accademica. Prodi ha letto anche il malizioso retrogusto della proposta avanzatagli: ci hai dato il tipo che ci ha inguaiato, adesso arrangiato "mo" tu a cavar le castagne dal fuoco.

Prodi ha svicolato, facendo un discorso giusto, quello sull'Ulivo, in un'occasione in cui il problema dell'Ulivo, vecchio ormai ma sempre attuale, c'entrava poco. C'entrava soltanto per ricordare che, se oggi lo invitano a fare il sindaco di Bologna, è perché gli hanno sfilato da sotto il sedere la poltrona di presidente del Consiglio.

Un vecchio sindaco di Bologna Walter Vitali, ora con Franceschini, è raccontato nell'edizione bolognese di "Repubblica" da Mauro Alberto Mori. Il problema di Bologna è dato dalla rabbia e dallo sconcerto, ci vuole una risposta politica che non passa soltanto attraverso le candidature. Agli elettori bisogna fare "un discorso di verità": bisogna abbandonare "l'arroganza e la presunzione... e occorre avere l'umiltà di riconoscere che  c'è qualcosa che va oltre la vicenda giudiziaria che ha portato alle dimissioni del sindaco".

Un carissimo amico, ottimo osservatore e giornalista, mi scrive: "In questo paese manca la politica, quella vera, con la maiuscola. Si è applicato un meccanismo perverso per il quale chiunque voglia impegnarsi per il bene comune finisce emarginato. Ragion per cui i giusti e volenterosi, se non votati al martirio, fanno un passo indietro lasciando spazio a chi fa politica convinto di non far politica, quindi libero di brucare l'erba del vicino che, come sappiamo, è sempre più verde".

Ha ragione il "vecchio" Vitali, bisogna abbandonare "l'arroganza e la presunzione".

[02.02.2010, anno V, post n. 39 (1130), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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1 février 2010 1 01 /02 /février /2010 21:24
Storie di questo mondo. I morti di Favara e Santa Severa. Senza lavoro a Faenza. E poi Tremonti



Favara, Sicilia. Due sorelle di 3 e 14 anni, sono state uccise dal crollo della loro abitazione. Che doveva essere ispezionata dal 2002, dopo una demolizione operata dai Vigili del fuoco per il crollo di un edificio vicino. Laura Anello ha scritto da Favara su "La Stampa" che "Non ci sono soldi per le scuole ma il sindaco spende 35 mila euro per il suo ufficio". Poi ha spiegato dove in tutta la Sicilia "finiscono i soldi che mancano per scuole ed abitazioni". Il nuovo simbolo grafico della Regione è costato 216 mila euro. La Regione paga ai suoi consiglieri quasi 20 mila euro lordi al mese, contro i 9.672 della Toscana.

Santa Severa, Roma. Due signori di 82 e 91 anni muoiono bruciati vivi da un corto circuito. Nella casa di riposo a cui versavano una retta mensile di 1.700 euro. Affetti da malattia che li privava di lucidità, alla sera per non farli disturbare gli altri ospiti, li trasferivano nel deposito degli attrezzi del giardino, 14 metri quadrati. E chiusi a chiave dentro.

Ignazio Marino, chirurgo e presidente della Commissione d'inchiesta del Senato (nei cui banchi siede per il Pd) sul Servizio sanitario nazionale, dichiara al "CorSera" che in tutta Italia nel 2008 sono state chiuse 30 case di riposo, dopo 1.481 ispezioni con "474 infrazioni di rilevanza penale". L'osservazione più amara: "Le ispezioni non possono essere annunciate". Con l'aggiunta: "Se non vogliamo che queste tragedie si ripetano, la politica deve intervenire. Senza più rimandare a domani".

Sullo stesso giornale, Isabella Bossi Fedrigotti osserva che oggi la più diffusa e sprezzata debolezza in Italia, è la vecchiaia. Troppi anziani ci sono, ciò significa fastidio ed indifferenza verso di loro, ed affari per le "case di riposo, sempre troppo poche, sempre troppo care".

Altre storie. Faenza, la Omsa chiude, Daniela Ghiselli, da 25 anni in fabbrica ed un figlio di 18, resta senza lavoro: torna a vivere dai genitori per poter mangiare. Ne ha parlato Concita De Gregorio, direttore de "l'Unità". A Milano, a 54 anni una prof resta sola, senza casa ed in miseria ("CorSera"). Una volta alla settimana s'incontra in una parrocchia con una coetanea, avvocato in carriera, che la serve in tavola, e si chiama Nicoletta Masucci.

Sono storie di questo mondo. Il ministro dell'Economia Tremonti ha spiegato che per salvarlo dalla banche, ci vuole l'impegno della politica. Speriamo sia consapevole che lui è un politico. 

[01.02.2010, anno V, post n. 38 (1129), © by Antonio Montanari 2010. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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