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  • : Storie, fatti e commenti a cura di Antonio Montanari Agg. 24.12.2021
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24 août 2009 1 24 /08 /août /2009 17:01
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Il "Corrierone" è sempre più da ammirare per i fondi di illustri autori che girano attorno ai temi con la stessa tecnica dei prestigiatori. "A noi gli occhi". Così essi cercano incantare il lettore con l'eleganza del loro stile, la raffinatezza di sofisticati argomenti, ed una prosa che l'andante con moto non sa nemmeno dove stia di casa.

E' un ritorno all'antico, sembrano più che mai attuali gli editoriali di Mario Missiroli di quanti decenni fa non sappiamo. Quando il lettore era preso per mano, condotto in giro per i giardini dell'ortodossia aristotelica, e poi sbarcato mezzo ebbro dalla giostra su cui era stato fatto salire, per inneggiare alla grandezza dell'autore del pezzo, del giornale che dirigeva, e delle attenzioni che la Grande Borghesia Lombarda si prendeva per tenere ben salde in pugno le mirabili sorte e progressive del Paese.

Stamani Michele Salvati, un padre nobile dell'Ulivo, ha aperto il suo cuore al lettore ponendogli un problema e due domande. Il problema, se abbiamo ben compreso, è: esiste in Italia la possibilità teorica di un bipolarismo decente? Le domande: lo scontro fra destra e sinistra dipende dalla linea berlusconiana? Oppure resterebbe anche senza Berlusconi alla guida della destra?

Salvati ovviamente non poteva trascurare di citare il "nostro Paese di guelfi e ghibellini". La nostra opinione non vale nulla, ma tuttavia la ribadiamo, avendola già espressa qualche giorno fa: in Italia, la commedia dei guelfi e dei ghibellini è sempre stata recitata con la massima attenzione a non danneggiare nessuno delle stanze alte del potere. Ovvero nel menu politico, la torta da spartire fra amici e nemici non è mai mancata.

A parte ciò, e soprattutto per spiegare il nostro titolo, anche Michele Salvati dimostra con questo fondo del "Corrierone" di appartenere alla fitta schiera degli idealisti seguaci di Kant. Per i quali non valgono le cose, ma soltanto le categorie che preesistono alle cose. Per cui la pastasciutta resta pastasciutta anche nella sua finale trasformazione in uscita agli antipodi della bocca in cui è entrata.

[23.08.2009, anno IV, post n. 243 (963), © by Antonio Montanari 2009. Mail.]

Divieto di sosta. Antonio Montanari. blog.lastampa.it
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Published by antonio montanari - dans antoniomontanari